Secondo uno studio condotto dell’Osservatorio APMAR ( Associazione Nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e Rare ) la conoscenza delle malattie reumatiche ( tra cui rientra l’artrite reumatoide ) tra gli italiani è molto scarsa.
Eppure secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, sono la prima causa di dolore e disabilità in Europa.
Alla base vi è una mancanza di informazione da cui scaturisce grande confusione tra le diverse condizioni e in un ultima analisi un ritardo nella diagnosi e quindi nel trattamento.
Spesso le persone confondono le malattie reumatologiche con il mal di schiena, come lombalgia e sciatalgia, pensano che appartengono solo alla terza età e siano dovute soprattutto a freddo e umidità.
In realtà le malattie reumatologiche sono moltissime e molto variegate. Hanno in comune il fatto di colpire le diverse strutture dell’apparato locomotore, non solo le articolazioni quindi, ma anche i muscoli, i tendini e lo scheletro.
E’ opinione diffusa che possano presentarsi solo in età avanzata; in realtà solo alcune di esse hanno una maggior prevalenza negli anziani, ma generalmente colpiscono i giovani, in piena attività lavorativa. Ne sono un esempio l’artrite reumatoide e le spondiloartriti, le malattie sistemiche del connettivo. Infine tali patologie, come nel caso dell’artrite reumatoide, portano a disabilità e gravi problematiche croniche: i processi di degenerazione sono particolarmente intensi nei primi due anni dall’inizio della malattia e il 70% dei pazienti presenta alterazioni ben visibili a livello delle cartilagini e delle ossa.
Entro 10 anni dalla diagnosi la metà dei pazienti risulta inabile a svolgere mansioni quotidiane e a lavorare e quasi un malato su cinque è costretto a sottoporsi ad interventi chirurgici per protesi articolari.
Circa il 50% dei pazienti con malattie reumatiche croniche è disabile e otto persone su dieci sono costrette a convivere col dolore cronico.